Giuseppe Barile
16 ott 2024
Il tema della transizione elettrica, la concorrenza globale e le incertezze per l'occupazione. Le decisioni strategiche di Stellantis sotto la lente.
L'ombra della crisi incombe su Stellantis, gigante dell'Automotive nato dalla fusione di Fiat Chrysler Automobiles e PSA Peugeot Citroën. Le recenti audizioni parlamentari dell'amministratore delegato Carlos Tavares hanno acceso i riflettori sulle difficoltà che sta attraversando il settore in Italia e sulle incertezze per il futuro.
La produzione in calo, la minaccia della delocalizzazione e la pressione della concorrenza globale stanno mettendo a dura prova l'industria automobilistica italiana. La transizione verso l'elettrico, pur necessaria per affrontare le sfide climatiche, rappresenta un'ulteriore sfida, richiedendo ingenti investimenti e una profonda riorganizzazione delle filiere produttive. I sindacati lanciano l'allarme, chiedendo maggiori investimenti e un piano industriale solido per garantire il futuro dei lavoratori e dell'intera filiera. Il governo, da parte sua, ha annunciato una serie di misure per sostenere il settore, ma molti ritengono che non siano sufficienti a invertire la tendenza.
Le cause della crisi sono molteplici e complesse: dalla concorrenza agguerrita dei colossi asiatici e americani, alla mancanza di investimenti in ricerca e sviluppo, fino all'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime. A ciò si aggiunge la difficoltà di trovare una sintesi tra le esigenze dell'Industria, le aspettative dei lavoratori e le politiche ambientali.
Il futuro dell'Automotive italiano è appeso a un filo. La capacità di affrontare questa sfida dipenderà dalla volontà di tutti gli attori coinvolti - istituzioni, imprese, sindacati - di collaborare e di trovare soluzioni condivise. È necessario un piano industriale ambizioso, in grado di coniugare la sostenibilità ambientale con la competitività economica e la tutela del lavoro. Solo così l'Italia potrà mantenere un ruolo di primo piano nel settore a livello globale.