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PROSPETTO AGEVOLAZIONI NAZIONALI E REGIONALI 2025

Giuseppe Barile

May 5, 2025

Incentivi 5.0, crediti d’imposta e finanza agevolata: così le PMI del Sud possono trasformare l’innovazione in vantaggio competitivo.

Piano Transizione 5.0 (Industria 5.0)


Con una dotazione di 6,3 miliardi di euro, il Piano Transizione 5.0 lanciato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy rappresenta una misura strategica del PNRR per sostenere la trasformazione digitale ed ecologica del sistema produttivo italiano. Il piano si rivolge a tutte le imprese, senza limiti dimensionali o geografici, ma offre un'opportunità particolarmente interessante per le PMI del Sud Italia, grazie alla possibilità di cumulare i benefici con ulteriori strumenti regionali e nazionali.


Il meccanismo prevede un credito d’imposta automatico, riconosciuto alle imprese che realizzano investimenti in beni strumentali 4.0, impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili e interventi di efficientamento energetico, a condizione che garantiscano una riduzione minima dei consumi: almeno il 3% sull’intera struttura produttiva o il 5% sul singolo processo. Le aliquote variano dal 35% al 45% per investimenti fino a 10 milioni di euro, con una progressiva riduzione per importi superiori.


Le imprese possono accedere al beneficio tramite una procedura digitale gestita dal GSE, che prevede la presentazione di una diagnosi energetica iniziale, seguita da una certificazione ex post dell’efficienza ottenuta. Il credito, utilizzabile in compensazione in cinque anni, è cumulabile con altri incentivi (escluse le misure Transizione 4.0 e ZES/ZLS), offrendo così una leva finanziaria concreta a supporto della competitività e della sostenibilità.


Per le PMI del settore manifatturiero e dell’automazione industriale, il Piano 5.0 rappresenta un’opportunità concreta per accelerare l’ammodernamento tecnologico, ridurre i costi energetici e posizionarsi in modo solido nella nuova economia a basse emissioni. Un’occasione da cogliere quanto prima, mentre l’accesso resta diretto, automatico e senza graduatorie.


Altri incentivi fiscali nazionali

Oltre al Piano Transizione 5.0, le imprese italiane possono contare su un articolato sistema di crediti d’imposta per attività ad alto contenuto tecnologico. Il credito per ricerca e sviluppo (disciplinato dalla Legge 238/2016) riconosce un’agevolazione pari al 10% delle spese sostenute annualmente, fino a un massimo di 5 milioni di euro. Si tratta di un beneficio strutturale, applicabile a progetti di sviluppo sperimentale, ricerca industriale e innovazione tecnologica, anche interna, finalizzata al miglioramento di prodotti o processi.


Per attività legate all’innovazione digitale o alla transizione ecologica – come l’adozione di macchinari intelligenti, soluzioni 4.0 o tecnologie per l’efficienza energetica – è previsto un credito d’imposta del 5%, con tetto massimo annuo di 2 milioni di euro. La stessa aliquota si applica alle spese in design e ideazione estetica, rilevanti per i settori manifatturieri a forte componente creativa, come l’arredo, la moda e l’automazione ad alto valore estetico, con un limite elevato a 4 milioni di euro.


Accanto a questi strumenti, in alcune aree del Sud Italia come la Zona Economica Speciale (ZES) di Taranto, sono attivi regimi fiscali rafforzati. Le imprese che realizzano nuovi investimenti produttivi, come l’acquisto di impianti, attrezzature o ampliamenti strutturali, possono beneficiare di un credito d’imposta fino al 50% del costo sostenuto, secondo quanto stabilito dalla normativa ZES. In questi casi, la cumulabilità degli incentivi – compatibilmente con i massimali previsti – consente di ridurre drasticamente il costo effettivo del capitale investito.


Queste misure, se correttamente integrate in una strategia di investimento e innovazione, rappresentano per le PMI del Mezzogiorno un’occasione concreta per accelerare la crescita tecnologica, rafforzare la competitività e attrarre nuova finanza a supporto della transizione industriale. Tabella 1 – Principali agevolazioni fiscali e contributi per PMI

STRUMENTO

TIPOLOGIA

BENEFICIO

FONTI

Credito d’imposta Transizione 5.0

fiscale

credito fino al 45% su investimenti 4.0 con riduzione consumi

Credito ricerca & sviluppo

fiscale

10% su spese R&S (max €5M/anno)

Formazione/innovazione 4.0

fiscale

5% su investimenti 4.0/formazione (max €2M)

Inv. sostenibili 4.0 (PNRR)

contributo + prestito

Contributo 35% + finanziamento agevolato 40%

Linea BEI (MCC)

finanziamento agevolato

Finanziamenti a tasso ridotto, imposta sostitutiva esente

POR Puglia – Efficienza ambientale

contributo + mutuo

Sovvenzioni e mutui agevolati per efficienza energetica delle PMI

 

Incentivi PNRR e finanziamenti agevolati

 

Per le piccole e medie imprese del Mezzogiorno, la spinta alla transizione passa anche dai nuovi strumenti finanziari legati al PNRR e gestiti da Invitalia. Tra questi, il bando “Investimenti sostenibili 4.0” rappresenta una delle misure più incisive: sostiene progetti ad alto contenuto tecnologico e a basso impatto ambientale, con un mix di contributo a fondo perduto (fino al 35%) e finanziamento agevolato (fino al 40%). Rivolta alle PMI di regioni come la Puglia, la misura punta su digitalizzazione, innovazione dei processi produttivi e sostenibilità energetica. Le domande si presentano online sul portale Invitalia, secondo le scadenze pubblicate: per il 2025, ad esempio, la compilazione sarà possibile dal 30 aprile, con invio definitivo a partire dal 20 maggio.

 

Sul fronte della finanza agevolata, anche la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) entra in campo con linee dedicate al tessuto imprenditoriale italiano. In particolare, Mediocredito Centrale offre finanziamenti a medio-lungo termine fino a 12,5 milioni di euro, alimentati da risorse BEI, con tassi calmierati, durata flessibile e l’esenzione dall’imposta sostitutiva. Almeno il 30% dei fondi è destinato a investimenti “verdi”, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione ecologica.

 

Il tutto si completa con la possibilità di accedere al Fondo di Garanzia per le PMI e ad altri strumenti di cofinanziamento UE, che riducono ulteriormente il rischio di credito e abbattono i costi finanziari per chi investe in innovazione, digitalizzazione e sostenibilità. In uno scenario dove l’accesso al capitale è spesso un freno, questi strumenti rappresentano leve concrete per liberare il potenziale industriale delle PMI del Sud, favorendo la modernizzazione produttiva e la crescita a lungo termine.

 

 

Agevolazioni regionali (Puglia/Sud)


Sono previste misure specifiche per le imprese meridionali. Oltre ai programmi nazionali con quote dedicate, la Regione Puglia finanzia con risorse FESR progetti di efficienza energetica e sostenibilità. Ad esempio, l’avviso “Aiuti per la tutela dell’ambiente – Titolo VI” (POR 2014-2020) concede sovvenzioni e mutui a tassi agevolati (risk sharing) per l’efficientamento energetico degli stabilimenti produttivi delle PM. Alcuni bandi regionali (POR Puglia 2021-2027) finanziano l’adozione di tecnologie green e digitali (emissioni zero, Industria 4.0), spesso con voucher o contributi a fondo perduto fino al 50-70%. Infine, le PMI nelle Zone Logistiche e nelle ZES Puglia (es. Taranto) possono beneficiare di crediti d’imposta aggiuntivi sugli investimenti localizzati (ai sensi di specifiche norme statali). In sintesi, al Sud sono riservati bonus extra (ZES, quote PNRR, priorità PNRR-Innovazione) destinati a colmare il gap infrastrutturale e competitivo.

 

Requisiti e procedure di accesso


Le agevolazioni sono riservate a PMI regolarmente costituite e attive, in regola con obblighi fiscali, contributivi e normativi. Deve trattarsi di investimenti nuovi, non ancora avviati al momento della domanda, e realizzati in unità produttive del Sud (Campania, Puglia, Sicilia, ecc.). Ad esempio, l’avviso Investimenti sostenibili 4.0 richiede investimenti ammissibili fra €0,75M e €5M e spese tecnologiche prevalenti. Non sono ammesse imprese in crisi o in liquidazione.

Le domande si presentano in modalità telematica, utilizzando le piattaforme dei soggetti attuatori:


  • Transizione 5.0: si compila online la “comunicazione preventiva” sul portale GSE (area “Transizione 5.0”), seguita dopo il completamento del progetto dalla comunicazione consuntiva.

  • Bandi PNRR/Invitalia: le istanze (per es. Investimenti 4.0 sostenibili) vanno trasmesse tramite la procedura informatica di Invitalia, allegando business plan e documenti di spesa.

  • Bandi regionali: si utilizzano le piattaforme indicate (ad es. SUAP o sistemi di Gestione Fondi Regionali), entro le scadenze pubblicate sui siti della Regione Puglia.


In generale occorre predisporre: progetto esecutivo, computo metrico, diagnosi energetica e ogni documento che dimostri i risparmi previsti. Le aliquote agevolative e le intensità di contributo sono verificate in fase istruttoria. Per i crediti d’imposta, l’impresa conserva la certificazione (asseverazioni, verbali) necessaria in caso di controlli.

 

Simulazione finanziaria di un investimento tipo


Un investimento da 2 milioni di euro in macchinari interconnessi 4.0 e un impianto fotovoltaico da 200 kW può generare vantaggi economici significativi per una PMI. È il caso di un’azienda che, grazie a una riduzione certificata dei consumi energetici del 10%, accede all’aliquota massima del credito d’imposta previsto dal Piano Transizione 5.0, pari al 45%. Il beneficio fiscale ammonta così a 900.000 euro, erogati in cinque quote annuali da 180.000 euro ciascuna, utilizzabili in compensazione dal 2025 al 2029.

A questo vantaggio si sommano ulteriori benefici economici strutturali. Il nuovo impianto fotovoltaico consente un risparmio medio annuo sui costi energetici di circa 10.000 euro, riducendo l’esposizione ai rincari dell’energia e migliorando la sostenibilità operativa. In parallelo, l’investimento genera effetti positivi anche sul fronte dell’ammortamento fiscale: considerando una deducibilità media del 24% su 10 anni, l’impresa ottiene un risparmio d’imposta aggiuntivo stimato in 48.000 euro l’anno. In sintesi, i flussi di cassa netti possono essere stimati come segue:


Tabella 2 – Flussi di cassa netti (k€)

ANNO

FLUSSO NETTO (k€)

2024

–2000 (investimento iniziale)

2025

+238 (€180 di credito +10 risparmio +48 ammortamento)

2026

+238

2027

+238

2028

+238

2029

+238

2030

+58 (solo risparmi energetici e ammortamenti)

2031

+58

2032

+58

2033

+58

2034

+58

Dai calcoli emerge che i benefici fiscali e i risparmi mitigano significativamente l’esborso netto. In 5 anni l’azienda recupera €1.190.000 (credito + risparmi) su €2.000.000 spesi; nel decennio successivo recupera altri €290.000 dai risparmi rimanenti. L’indicatore di redditività (ROI) diventa positivo nel medio termine grazie al credito d’imposta. In conclusione, l’incentivo Transizione 5.0 combinato a risparmi energetici rende sostenibile l’adeguamento tecnologico, con un ritorno economico significativo per la PMI.



Fonti: documenti ufficiali (Ministero Imprese e Made in Italy, GSE, Invitalia, Regione Puglia). DL 2 marzo 2024 n.19 (art.38) con disposizioni Transizione 5.0, i decreti attuativi MIMIT (luglio ’24) e le FAQ GSE sulla misura, il bando Investimenti sostenibili 4.0 (DM 22/11/2024), e i regolamenti POR Puglia (FESR) per efficienza energetica.
 
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